Antico Frantoio Oleario a Motta

Nel suggestivo Borgo di Motta Filocastro, un antico frantoio risalente al 1700 ha dominato la scena per molti anni, rimanendo attivo fino alla seconda metà del dopoguerra. Questo luogo magico ha celebrato l’Olio Extravergine di Oliva come suo protagonista indiscusso.

Situato a soli 3 km da Nicotera, il frantoio si ergeva come un simbolo di tradizione e dedizione alla produzione di olio di qualità. La cultivar predominante coltivata nella regione di Limbadi era l’ottobratico, una varietà di oliva particolare, ricca di antiossidanti e caratterizzata da straordinarie proprietà organolettiche. Questa varietà garantiva all’Olio Evo una lunga conservazione e un sapore unico.

Nel corso degli anni, gli abitanti di Limbadi hanno tramandato con orgoglio le tecniche di coltivazione e produzione dell’olio d’oliva, preservando così la sua autenticità e la sua qualità ineguagliabile. Il frantoio, con le sue antiche macine di pietra e i sistemi di spremitura tradizionali, era il cuore pulsante di questa comunità.

I contadini, con rispetto e amore per la terra e i suoi frutti, raccoglievano le olive mature dai rigogliosi uliveti circostanti. Le olive venivano poi trasformate in una pasta fragrante, che esprimeva tutta la ricchezza e l’intensità del territorio. Attraverso il processo di spremitura e la pressione applicata con maestria, l’oro liquido fuoriusciva dalle bruscole, rivelando il suo straordinario profumo e sapore.

L’olio d’oliva prodotto in questo antico frantoio incarnava l’eredità di generazioni di agricoltori e la passione per il loro lavoro. Era un tesoro prezioso, conosciuto e apprezzato in tutto il territorio. Le famiglie locali, i cuochi esperti e gli appassionati di cucina pregiata riconoscevano l’olio extravergine di oliva di Limbadi come una delle eccellenze gastronomiche della regione Calabria.

Funzionamento del’Antico Frantoio (trappitu)
La magia della produzione dell’olio extravergine d’oliva prendeva vita con l’aiuto degli animali, come cavalli, muli o mucche. Questi maestosi esseri animati mettevano in moto le molazze in pietra in granito con la loro forza, in questo frangente le olive raccolte in quel tempo a mano venivano schiacciate dalle molazze dando il via alla preparazione della preziosa pasta di olive.

Una volta ottenuta la pasta, veniva accuratamente raccolta e posta all’interno dei diaframmi (bruscole,schiaccini,sportine fiscoli) a seconda del dialetto,  sacche intrecciate con amorevolezza utilizzando vari materiali. I diaframmi venivano poi disposte in pila, una sopra l’altra, sotto la maestosa pressa dello strettoio o torchio. L’uomo, con forza e fatica, azionava con l’aiuto di una lunga pesante trave utilizzando una vite che girava sopra un antico ceppo di legno o un affascinante argano.

Dopo la prima pressione, che si rivelava spesso insufficiente, l’ordine dei diaframmi veniva invertito. Per intensificare il processo, veniva delicatamente innaffiata acqua calda, che con cura era stata preparata a monte nella fornace. Si esercitava di nuovo una pressione, permettendo così all’olio e all’acqua di vegetazione di fluire fuori dalla pasta.

Il prezioso liquido risultante veniva abilmente raccolto e depositato in affascinanti vasche di muratura. Per facilitare la separazione dell’olio dall’acqua, si aggiungeva ancora acqua calda, lasciando poi il tutto riposare o decantare per un periodo. Durante questo tempo di attesa, l’olio, grazie al suo peso specifico inferiore a quello dell’acqua, risaliva lentamente in superficie, creando un quadro incantevole.

Infine, con mano esperta e destrezza senza pari, il frantoiano (trappitaru) si avvicinava alla superficie dell’olio con una speciale “tazza” o “nappa”. Questo strumento magico, un mestolo sottile in lamiera dal manico grazioso, consentiva di prelevare solo l’olio affiorato, evitando di mescolarlo all’acqua. L’olio così ottenuto veniva amorevolmente trasferito in un recipiente di argilla, una giarra che ne proteggeva la purezza e la bontà.

In questo modo, l’antico frantoio combinava l’energia degli animali, la sapienza dell’uomo e il mistero della natura per produrre un olio d’oliva unico, ricco di storia, aroma e sapore.
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