Convento di San Giovanni e di Santa Maria della Neve

I resti del convento, costruito dai monaci Basiliani intorno all’XI secolo, si trova nelle campagne a nord-est del paese, in località “Braghò”. La presenza di una grotta scavata in un grosso macigno, probabilmente utilizzata come abitazione dal primo monaco eremita, suggerisce che la storia del convento possa risalire a due secoli prima della sua edificazione.

La posizione del convento è affascinante, con la pendice interna del monte Poro che si estende dolcemente fino alle pianure di Limbadi a destra e il monte Santa Croce a sinistra. Dalla struttura è possibile godere di una vista che si estende fino alla Sicilia e alle Isole Eolie. Un torrente scorre nel burrone poco distante dai ruderi, contribuendo all’atmosfera suggestiva del luogo.

La costruzione del convento presenta imponenti e fortificate mura realizzate con pietra calcarea e mattoni d’argilla, materiali abbondanti nella zona. La disposizione delle strutture suggerisce che gli ambienti in cui vivevano i monaci fossero separati: vi erano spazi dedicati alla preghiera e spazi dedicati al lavoro. Inoltre, esisteva un’area adibita alla sepoltura dei defunti.

I monaci basiliani non si limitarono a diffondere la cultura ellenica, ma fornirono anche istruzione e assistenza ai contadini locali nelle attività agricole e nel controllo dei torrenti che potevano danneggiare i raccolti durante l’inverno. Inoltre, introdussero il culto dei Santi Cosma e Damiano tra la popolazione.

Nel XIV secolo, il convento ospitò Conversano da Ravenna, uno studioso e discepolo di Petrarca, che si recò in questa zona per imparare la lingua di Omero. Fu un periodo ricco di studio e lavoro per il convento.

Tuttavia, nel corso dei secoli, la presenza dei monasteri basiliani in Calabria si ridusse e subì un declino morale che ne compromise il prestigio. Nel 1447, Papa Niccolò V inviò il Cardinale Bessarione in Calabria per riformare la vita monastica e sostenere l’ordine basiliano. Nonostante alcuni provvedimenti di ripristino e il mantenimento di alcuni monasteri, tra cui il Convento di San Giovanni a Motta Filocastro, l’ordine basiliano subì una graduale estinzione nel regno di Filippo II di Spagna, Napoli e Sicilia nel secolo successivo.

Convento Francescano di Santa Maria della Neve

Il convento fu costruito nel 1535 per volere di Padre Ludovico Cumì da Reggio Calabria, che fu un importante promotore della riforma cappuccina in tutta la Calabria. Padre Ludovico Cumì è stato anche noto per i suoi miracoli e per aver predetto avvenimenti drammatici che si sono puntualmente verificati.

Tuttavia, a causa di problemi di sicurezza legati alla struttura del convento, nel 1780 i monaci furono costretti ad abbandonare il convento e trasferirsi nel convento di Rombiolo. Successivamente, nel 1783, un terremoto devastante distrusse completamente il Convento Francescano di Santa Maria della Neve.

Nonostante la distruzione, rimangono ancora molti ruderi del convento, che attirano pellegrini specialmente il 2 agosto, in occasione del perdono di Assisi, una festività importante per l’ordine francescano.

È interessante notare come il convento abbia avuto un ruolo significativo nella storia religiosa e culturale della regione, grazie all’opera di Padre Ludovico Cumì e alla presenza dei frati francescani.

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