San Nicola Delegistis

San Nicola Delegistis fa parte del comune di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, nella regione Calabria. Si trova nella frazione o località di San Nicola Delegistis, che conta centonovantacinque abitanti, di cui novantasei sono maschi e i restanti novantanove sono femmine.

La posizione del piccolo paese di San Nicola De Legistis è sul piano, a poco più di un miglio di distanza da Limbadi, verso est. Non gode di un’aria del tutto salubre. Si estende all’inizio di un piano non molto ampio, ma aperto e verde. Quando si guarda da lontano, le case si confondono facilmente tra gli ulivi. Il paese è protetto alle spalle da una collina isolata chiamata monte della Santa Croce. Poco distante dalle falde della collina, si trovano due torrenti, “l’Aliva” e “l’Arangareja”, che delimitano le campagne dei contadini locali fino a unirsi nel luogo chiamato “le due fiumare”.

La storia di San Nicola De Legistis è riportata nelle parole di Padre Girolamo Marafioti, tratte dalle “Cronache et antichità di Calabria”, pubblicate a Padova nel 1601. Secondo queste cronache, il paese di San Nicola De Legistis faceva parte di un’abbazia di monaci Cistercensi che risale all‘XI secolo e fu costruito intorno al Monastero di San Nicolò, commissionato dal re Ruggero per i monaci di San Bernardo. Dopo la partenza dei monaci, il paese è cresciuto con l’insediamento di abitanti secolari e ha preso il nome di San Nicola, in onore di Fra’ Giovanni Fiore, un frate cappuccino nato lì.
Questo nucleo si trova nella zona chiamata Cafiu. Nel corso del tempo, il villaggio crebbe rapidamente in importanza. Nel 1621, fu costruita una grande chiesa a tre navate con otto cappellani e un arciprete che aveva privilegi sui parroci delle località circostanti di Limbadi, Caroni, Branconi e Mandaradoni.
Oltre alla Chiesa arcipretale, nel paese c’erano altre tre chiese: una dedicata al Rosario, una a San Sebastiano e una a San Rocco.

Vicino alla chiesa del Rosario si trovava un convento di Padri Domenicani, che fu abolito nel 1653 per decisione di Papa Innocenzo X.
Nel corso dei secoli, il paese è stato interessato da terremoti e altre calamità, che hanno portato alla distruzione di chiese e altre strutture. Dopo il terremoto del 1783, molte famiglie hanno abbandonato il paese e si sono trasferite altrove. Nel corso del tempo, il paese ha perso gran parte delle sue glorie passate, tra cui chiese, statue e campane.

In passato, il paese era più esteso e popolato e faceva parte della giurisdizione di Motta Filocastro. A causa della sua importanza, veniva chiamato “Santonicola Filocastri” per alcuni secoli.

Il paese ospita diversi eventi religiosi. La chiesa principale, la chiesa arcipretale, è stata costruita nella prima metà del XVI secolo, ma non si conosce con certezza la data esatta. La festa più importante è quella del patrono, San Nicola, che viene celebrata il 6 dicembre. Durante la festa, viene portata in processione una antica statua lignea del Santo risalente al 1683. Un’altra festa importante è quella della Madonna del Rosario, che si tiene la seconda domenica di ottobre. Durante tutto il mese di ottobre, dedicato alla recita quotidiana del Rosario, la statua della Madonna del Rosario, che risale almeno al 1725, viene esposta alla venerazione dei fedeli. Nel corso dell’anno si celebrano anche altre feste in onore dei santi rappresentati nelle immagini presenti nella chiesa parrocchiale, come San Francesco di Paola, la Madonna del Carmelo, il Sacro Cuore, l’Immacolata e San Giuseppe. La Pasqua è una ricorrenza molto importante con i suoi riti e la processione del Cristo morto e dell’Addolorata la sera del Venerdì Santo. Durante questa processione, la comunità partecipa con grande fervore. La chiesa è ancora oggi il centro della comunità non solo dal punto di vista topografico.

All’interno della chiesa parrocchiale si trovano alcune delle migliori opere d’arte del paese, tra cui le statue menzionate, un quadro della Madonna del Carmelo probabilmente del 1600, il ciborio dell’altare maggiore, i rilievi dell’abside del Gangemi, i quadri ispirati alla vita di San Nicola del Rigoli e una splendida Croce Astile argentea appartenente al monastero dei Cistercensi. Durante la festa di San Nicola, vengono benedetti i pani in chiesa e distribuiti alla gente come protezione durante l’inverno. La vigilia della festa, viene bollito il grano che sarà consumato il giorno dopo da tutta la famiglia. A Natale, i bambini giocano con le nocciole e in ogni casa vengono preparati i “curuji”, una pasta lievitata e fritta a forma di due braccia conserte, e le zeppole con uva passa. Durante la Domenica delle Palme, ogni contadino porta rami di ulivo in chiesa da benedire, per poi metterli nei campi come segno di buon raccolto. Per Pasqua, vengono preparati i caratteristici dolci di pasta lievitata addolcita con mostarda, o vengono allestiti i “campanari”, forme di pane con all’interno due o più uova.

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